SANTUARI DELLA PROVINCIA DI COSENZA (pagina in costruzione) e grazie a Pro Loco Platania e CALABRIA IN FOTO
 

Acquaformosa : Santuario Santa Maria del Monte
Santuario di S. Maria del Monte, di epoca incerta, (probabilmente risalente al IX-X secolo) come luogo di ritiro dei Cistercensi. Il Santuario è distante circa sette chilometri da Acquaformosa, sito a 1430 metri di altezza, su un pianoro del monte Cozzo di Lepre. Rappresenta un semplice esempio di edilizia religiosa rurale consistente in una costruzione a due piani comprendente la cappella. La facciata è composta di un portico d'ingresso e della cella campanaria. L'interno è a unica navata e contiene un pregevole bassorilievo, ricavato da due lastre di pietra tufacea incollate tra loro, di Madonna che allatta il bambino. Secondo la tradizione la scultura fu ritrovata in una grotta poco distante dal Santuario al tempo dell'imperatore d'Oriente Leone III Isaurico che combatte il culto delle sacre immagini.

Acri : Santuario Santa Maria Maggiore

La chiesa di Santa Maria Maggiore, eretta sui ruderi di un edificio romanico, come si vede oggi, è frutto degli interventi effettuati nel corso del sec. XVIII. Vi si accede da un'ampia scalinata. All'interno mantiene ancora resti dell'abside originaria con la scritta VI ANN. DVI - M.S. XX - XII. Nella navata sinistra, nicchie lignee con statue (Assunta, Cuore di Maria, Sacro Cuore di Gesù). Sull'altare maggiore, Assunzione di Maria Vergine, tela di anonimo pittore del sec. XVIII. Sulla navata destra, crocifisso ligneo del '300; bel tabernacolo di legno; nicchia lignea con statua di San Pietro. Recandosi nella parte più alta del paese, appare il palazzo Sanseverino appartenuto all'omonima potente famiglia calabrese ed edificato tra il sec. XVI e XVII. Venne restaurato nel 1720 da Stefano Maugerio; il salone dei ricevimenti è affrescato dai fratelli Zuccari da Sant'Angelo in Vado nel sec. XVI, con l'Allegoria del tempo e l'Eternità; nei giardini, busti marmorei.

Bocchigliero :Santuario Madonna de Jesu

La Chiesa della Riforma (o Santuario della Madonna da Jesu),conosciuta come Madonna delle nevi, è situata in posizione panoramica, a circa 1000 metri di altitudine e risale al 1700. La sua costruzione è legata ad un’affascinante storia di tradizione e fede. La tradizione narra infatti che ad una pia vegliarda, Suora Ortenzia Caligiuri, la Madonna comparve ripetutamente in sogno, incitandola ad indurre la popolazione a recarsi nel Bosco Basilicò ed a frugare tra i ruderi e le macerie della vecchia chiesetta, perché là avrebbero ritrovato la sua immagine che essa voleva venisse trasportata in paese e venerata nel luogo che avrebbe designato. Suor Ortenzia indusse il suo confessore Don Domenico Marino a recarsi processionalmente a Basilicò. Durante le operazioni di ritrovamento fu inavvertitamente spezzato il dito mignolo della vergine che cominciò a sanguinare. L'immagine fu portata nella chiesa di San Francesco, ma una mattina di agosto, in piena stagione estiva, l'immagine fu rinvenuta in una zona miracolosamente innevata e li si decise di edificare il Santuario in suo onore.
Ancora oggi, conservata sopra l'altare, è visibile la piccola mutilazione al dito della Vergine.
Per necessità di culto e per appagare il desiderio della cittadinanza si fece in seguito scolpire nel legno una statua che, se anche non molto bella e non proporzionata artisticamente, porta sul viso una soave espressione di maternità affettuosa. Tale statua viene portata processionalmente in giro per le vie del paese il 5 Agosto, giorno di Santa Maria a Nives.
La chiesa è stata eretta a Santuario diocesano il 19 dicembre 1954.

Carpanzano :Santuario Madonna delle Grazie

La chiesa dell’Annunziata, Santuario della Madonna delle Grazie, venne edificata nel Trecento ad opera dei Frati Conventuali, dopo l'apertura dei tre conventi francescani di Cirò e rimaneggiata nei secoli successivi. Del Settecento è la Cappella delle Grazie. All’edificio si accede tramite un’ampia gradinata: nella facciata è possibile mirare il portale della costruzione originaria, di stile gotico-durazzesco, e una porta con valve in legno del Cinquecento. Vicino all’ingresso si conserva una bella acquasantiera marmorea, risalente al 1563. Nella cappella della Madonna delle Grazie è inoltre conservata la tela della Madonna col Bambino dipinta nel secolo XVI.

Cassano allo Jonio:Santuario Santa Maria della Catena

La devozione alla Vergine della Catena, storicamente presente da diversi secoli, è legata alla esistenza del noto Santuario, che si innalza nelle immediate vicinanze di Cassano. L'articolata e biancheggiante costruzione sacra, luogo di preghiera e raccoglimento, caposaldo solenne di fede mariana non solo dei Cassanesi ma di molti fedeli del circondario, sorge fuori del recinto dell'abitato, verso Nord, a ridosso di una verdeggiante collina, a sua volta circondata da monti maestosi e silenti.
Il Santuario, che custodisce la statua lignea della Madonna della Catena, opera di De Lorenzo, si inserisce in un suggestivo ambiente panoramico, tra le vegetazioni di ulivi in basso e le macchie di castagni e querce più in alto. Il Tempio mariano domina e caratterizza il raccolto e pittoresco paesaggio della valle, su cui emerge, come presenza e richiamo alle spirituali mete dell'anima.

Castrovillari :Santuario maria Santissima del Castello
Il santuario di Maria Santissima del Castello venne edificato per volere del Conte Ruggero. Tale scelta fu conseguenza del ritrovamento, presso il costone roccioso su cui lo stesso Conte avrebbe voluto costruire il suo castello, del dipinto di una dolce immagine della Madonna – quasi certamente opera di un monaco greco che viveva nelle grotte di cui la zona collinare è ricca. La Madonna fu vera benefattrice del luogo e dei fedeli che vi si recarono – tra cui Carlo V e Pio IV. La chiesa subì varie trasformazioni specie nel 1700. Oggi, nella facciata è possibile mirare un portico con tracce di affreschi del secolo XV e due portali romanici. Sul fianco destro si trova un portale con un bassorilievo di marmo, che rappresenta la Madonna col Bambino. All'interno vi sono opere marmoree ed intagli lignei pregevoli e tele di Pietro Negroni del 1560.

Cerchiara Calabra:Santuario Santa Maria delle Armi

Il Santuario della Madonna delle Armi risulta di un complesso di edifici allineati contro la massiccia parete della montagna : all'estrema destra c'è la chiesa , la quale penetra per diversi metri nel vivo della roccia.
Accedendo al Santuario , si passa tra due edifici :a sinistra il palazzo del Duca ,con ampie sale che ospitano le personalità che intervengono alle feste annuali ; a destra l'antico ospizio dei pellegrini , ora adibito ad abitazione del custode.
L'immagine di S.Maria delle Armi , che si venera nel Santuario , appartiene al tipo siriano della Immacolata essa è ritratta su pietra a forma ovoidale e tondeggiante nella parte posteriore .
Dal 1750 , è esposta in un reliquiario di argento di fattura napoletana e ordinata dal Principe Michele Pignatelli. La data del 25 aprile 1846 è stata ancora un altro giorno prodigioso per la pietà dei fedeli di Cerchiara, che a Lei avevano pensato di fare ricorso per avere salvo il raccolto dalla grave siccità di quell'arsa primavera.
Si organizzò una processione di fiducia e di speranza al Santuario , e la pioggia venne ,il raccolto fu salvo ed un patto votivo fu stipulato per testimoniare l'avvenimento a tutte
le generazioni : Celebrare , in ricordo , la festa votiva del 25 aprile , detta ancora "dei vinticinche " , a distinzione da quella di Pentecoste.

Cosenza :Santuario Maria Santissima del Pilero

Nell'Anno Santo 1575, una forte epidemia di peste afflisse Trento, la Valle dell'Adige, e le città di Verona e di Venezia. Tale flagello rapidamente si diffuse in tutta Italia, fino ad arrivare in Sicilia e in Calabria, raggiungendo la città di Cosenza nel 1576. La nascita del culto della Madonna del Pilerio si può far risalire proprio a quell’epoca, più precisamente al 1577, anno in cui alla sacra icona vennero formalmente riconosciute proprietà miracolose. Infatti, si narra che, mentre il morbo pestilenziale infuriava in Calabria e nel cosentino, un devoto soleva pregare dinnanzi all'icona della Beata Vergine Maria, conservata nella Cattedrale di Cosenza; alla Vergine, il buon uomo chiedeva che la città fosse salvata dalla peste; improvvisamente, sollevati gli occhi verso la sacra icona, il fedele si accorse che sul volto della Madre era comparso un bubbone, simile agli orrendi segni lasciati dalla peste. Infervorato da un tale prodigio, l’uomo corse ad avvertire il Vicario Generale dell'Archidiocesi. Questi, alcuni esponenti del clero e un numeroso seguito popolare, accorsero per verificare l'accaduto. Nello stesso giorno, miracolosamente, il morbo cominciò a regredire nella città: nessuno degli ammalati morì e la malattia sparì lentamente. La Beata Vergine aveva voluto attrarre su di Sé il rovinoso flagello, esonerandone i devoti. La notizia dell’accaduto si diffuse nei paesi vicini, da cui accorse un continuo e ininterrotto flusso di pellegrini. Nel 1603, l'Arcivescovo mons. Giovan Battista Costanzo fece collocare la sacra icona della Madonna su di un pilastro del Duomo, quindi venne posta sull'altare maggiore fino a quando non venne predisposta la costruzione di un altare in suo onore, realizzato nel 1607. La Madonna del Pilerio intervenne a favore della città di Cosenza anche in occasione dei numerosi terremoti che si abbatterono sul territorio calabrese nel corso dei secoli. In diverse occasioni la città di Cosenza, se pur colpita, lamentò pochissime vittime rispetto ai paesi del circondario. Durante il terribile terremoto del 1783, in particolare, sul dipinto si aprirono delle fessure – non riconducibili a cause naturali - che ricoprirono il volto e il petto della Vergine. Nel 19° secolo i fedeli dedicarono alla Madonna una festa, da celebrarsi il 12 febbraio. Nei primi del Novecento, la Santa Sede confermò alla Madonna del Pilerio il titolo di patrona della città.
 

Lago :Santuario Santa Maria delle Grazie
Il Santuario della Madonna delle Grazie è legato alla particolare esperienza mariana del popolo di Lago. Non c'è stata nessuna apparizione, miracoli se ne raccontano moltissimi da parte del popolo, ma non troppi strepitosi. Il vero miracolo è che il popolo è attratto dalla Madonna delle Grazie. I laghitani che sono partiti all'estero in cerca di lavoro,sparsi nel mondo,si sentono ancora uniti al paese natale e tra di loro per la Madonna delle Grazie. La chiesa di Santa Maria delle Grazie, oggi Santuario Mariano, ha avuto una storia difficile. La primitiva chiesa sorgeva in valle Roppi. In seguito a smottamenti e terremoti, la chiesa venne ricostruita nel rione di Laghitello e poi ultimamente a Margi. La casa della Madonna ha seguito le vicende del suo popolo. L' 8 settembre 1982, a conclusione dell'Anno Mariano, l'Arcivescovo di Cosenza-Bisignano Dino Trabalzini, su richiesta del Parroco pro tempore Don Federico Faraca e del Comitato, ha elevato a Santuario Mariano la Chiesa di Margi, ponendo in tal modo l'approvazione della Chiesa all'esperienza mariana della gente di Lago. E' un'esperienza spirituale di un intero popolo, che nella sofferenza e nel peccato, ha mantenuto la fede in Gesù Cristo per mezzo di Maria. La settimana della novena ( 29 Agosto - 8 Settembre ) è come una seconda settimana santa. La gente partecipa assidua, ascolta con attenzione sorprendente la parola di Dio,si confessa, si comunica, fa buoni propositi. La devozione mariana dei laghitani è un cammino spirituale che può essere molto utile per tanti cristiani.

Laino Borgo : Santuario Madonna dello Spasimo
A circa due chilometri di distanza dal centro abitato di Laino Borgo si erge un suggestivo Santuario dedicato alla Madonna dello Spasimo o delle Cappelle, che in occasione del grande Giubileo del 2000 è stato annoverato fra i Santuari calabresi in cui è possibile acquistare l'indulgenza. Il Santuario, costruito per volontà del pellegrino lainese Domenico Longo, che si suppone abbia visto in sogno realizzati nel suo fondo i Luoghi Santi di Gerusalemme, è costituito dalla Chiesa e da 15 cappelline. Queste, di dimensioni tanto ridotte da permettere l'ingresso di una sola persona, riproducono al loro interno vari momenti delle vita di Cristo, dalla nascita alla morte. Cinque di esse sono state costruite nel 1557 al ritorno dal viaggio di Domenico Longo in Terra Santa, da dove riportò i disegni per riprodurre fedelmente la Cappella fatta edificare da Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino; nel 1595 e 1598 ne sono state aggiunte altre due, mentre le rimanenti otto sono state edificate nel corso del XIX sec. dai presbiteri succeduti nella parrocchia.
La statua della Madonna dello Spasimo, a cui è dedicato il santuario, rappresenta la Vergine Addolorata con il cuore trafitto da sette spade, tanti quanti sono i suoi dolori. Nel maggio del 1991 alla presenza di gran parte della popolazione lainese e di numerosi fedeli, la Statua della Vergine Addolorata delle Cappelle è stata incoronata, in Vaticano, nella Sala Nervi, da Sua Santità Giovanni Paolo II diventando così la "SS. Vergine Incoronata delle Cappelle".

Laurignano: Santuario Maria Santissima della Catena
Una tradizione orale, raccolta dallo scrittore Vincenzo Padula, in un opuscolo pubblicato nel 1890, fa risalire l'origine del culto di Maria SS. della Catena ad un miracolo, avvenuto nel 1301 in un boschetto della periferia di Laurignano. Il cieco Simone Adami, assopito presso una sorgente, ode in sogno: "Lavati alla fonte e vedrai". Si desta, si lava e vede. E' la Madonna a parlargli. In seguito, nel vicino boschetto, trova, tra le pareti di una chiesetta semidiroccata, un'immagine della Madonna rassomigliante a quella vista nel sogno. La tradizione riporta altri fatti straordinari, come la guarigione di un malato mentale, Saverio Lentini; il restauro misterioso del quadro della Madonna a Roma nello studio di un artista, cui era stato affidato da P. Arcangelo, monaco florense del monastero di Mendicino. La storia delle origini si conclude con le notizie riguardanti l'eremita Fra' Cassiano, che portò notevole sviluppo al culto della Madonna della Catena. Costruisce la chiesetta di S. Maria con l'eremitaggio annesso. Muore nel 1471 durante la peste. Prima della su morte, prevedendo l'abbandono del romitorio, fa murare il quadro della Madonna in una parete della chiesa per preservarlo dal pericolo di profanazioni.
Nell'immagine, scoperta da Adami, è raffigurata una catena tra le mani della Madonna. Il simbolo della catena al santuario si è ulteriormente arricchito: la catena che la Madonna stringe tra le mani è vista non solo come simbolo di scioglimento e di liberazione dal male (aspetto negativo), ma anche in senso positivo, di unione a Gesù.

Longobucco: Santuario Santa Maria Assunta

La Chiesa Matrice dell’Assunta, fu costruita con ogni probabilità in epoca normanna e rifatta in stile barocco nella seconda metà del Settecento, dopo che un terremoto, nel 1743, l’aveva quasi completamente distrutta. Molto bella la facciata, in pietra nera, con decorazioni in parte barocche, in parte d’impronta romanica, come un piccolo leone accovacciato, noto tra i Longobucchesi come il “mostriciattolo”.
Questa chiesa non è soltanto un luogo di culto, ma un vero e proprio “scrigno”, piena com’è di opere d’arte d’ogni genere. L’interno è decorato in uno stile barocco settecentesco assai delicato, con un maestoso altare maggiore in marmi policromi.
La “Natività” e l’ “Adorazione dei Magi”, collocate nel coro, una di fronte all’altra, sono le opere più belle lasciate dal Santanna a Longobucco. Pare che l’artista, nel dipingere queste tele, abbia tenuto presenti modelli umani longobucchesi.
Contiene due dipinti ad olio su tela di Onofrio Ferro da Paludi, raffiguranti rispettivamente l’Ultima Cena e l’Addolorata.

Marina di Schiavonea:Santuario Madonna di Schiavonea

Nel mese di agosto dell'anno 1648, tra il personale della Torre del Cupo vi era una sentinella a cavallo di nome Antonio Ruffo, che assolveva il suo compito cavalcando lungo la spiaggia e osservando il mare alla ricerca di eventuali pericoli.
Nella notte del 23 agosto 1648, mentre osservava il mare nelle vicinanze della Chiesa di S. Leonardo e della Torre del Cupo, gli apparve la Vergine Santissima . La Vergine tranquillizzò l'attonito cavallaro e dichiarò di essere la Madonna della Schiavonea. Gli chiese poi di far dipingere una sua effigie da venerare nella vicina chiesetta di San Leonardo. Maria Santissima ripeté per altre due volte la sua apparizione, prima che si credesse alla realtà delle visioni e che si provvedesse a quanto da Lei richiesto. Fu dato incarico ad un pittore di Corigliano, un certo Scamardella, di dipingere un ritratto della Vergine apparsa.
Il pittore iniziò il suo lavoro nella chiesetta di S. Andrea, sotto la direzione dello stesso Antonio Ruffo il quale gli indicava i particolari della posizione della Madonna, della foggia e dei colori dell'abito. Inspiegabilmente e secondo qualcuno anche improvvisamente si trovò il viso della Vergine completato e con arte veramente sublime, di cui certo il povero Scamardella non era capace .
Fu autorizzata la traslazione del quadro della chiesa di S. Pietro, vicino il Castello, il 20 settembre, e poi la solenne processione con la quale il 13 ottobre 1648 il quadro miracoloso fu trasportato alla Chiesa di S. Leonardo tra una moltitudine di fedeli accorsi anche dai paesi vicini, dove si era sparsa la voce dei fatti prodigiosi avvenuti in Corigliano .Con l'andar del tempo e col diffondersi della devozione alla Madonna di Schiavonea, la marina di Corigliano, già chiamata Il Cupo, prese il nome di Schiavonea.
Il 16 marzo 1949 viene posta la prima pietra per la costruzione del Santuario di Schiavonea, nel luogo dove prima sorgeva la chiesa di San Leonardo.

Mendicino :Santuario Maria Santissima Assunta

Nel luogo su cui oggi sorge la chiesa, fino al 1212 esisteva un istituto religioso femminile di Monache Cistercensi: esso fu abbandonato quando Federico II di Svevia fece dono alle monache della Sinagoga in Cosenza e delle case adiacenti. Il monastero rimase, dunque, in disuso fino al 1890, anno in cui il francescano Fra Raffaele Filippelli, si prese cura della cappella abbandonata e del terreno circostante, iniziando la costruzione della chiesa attuale. Nel 1910, terminati i lavori, fu deciso che la statua in pietra della Madonna – prelevata dalla vecchia chiesetta – doveva essere sistemata sull’altare maggiore. L'origine di questa statua è incerta: probabilmente, intorno al 1200-1300, essa fu trasportata da Gaudio Ghiozzo, con un mulo, dal mare sino Santuario; da tale episodio, l’appellativo che la scultura ha guadagnato tra i fedeli di "Madre Celeste venuta dal Mare". Essendo la vecchia statua in pietra troppo pesante per essere portata in processione, fu preparata una nuova statua in legno. La nuova scultura in legno prese il nome di Santa Maria dell'Assunta, in quanto essa era stata condotta al Santuario nel mese di agosto.

Montalto Uffugo :Santuario Santa Maria della Serra

La chiesa di Santa Maria della Serra il cui nome è dovuto probabilmente all’immagine, ritenuta miracolosa, della Madonna della Serra, è un'opera del XIV secolo, consacrata nel 1227, ma interamente rifatta a partire dalla fine del XVIII secolo. Il rifacimento è dovuto a maestranze (scalpellini, stuccatori ed ebanisti) di Rogliano, ove risiedevano gli specialisti più quotati della regione, primo tra tutti Nicola Ricciullo, artefice principale dei lavori. L’imponente facciata, in calcare scolpito di Montalto, in barocchetto classico, è preceduta da una vasta scalinata che si conclude con uno spazio davanti ai tre portali in pietra settecenteschi.
L’ultima trasformazione, su progetto dell’arcè Domenico Miceli da Longobardi, risale al 1854; le volte vennero rifatte a stucchi da Pasquale Berlingieri. All’interno, bella scultura lignea dedicata alla Madonna della Serra, in stile bizantineggiante scolpita, con ogni probabilità, nel XII secolo. Si dice che nel XIII secolo, fosse conservata nella chiesa dell’Assunta che oggi non esiste più e che si elevava nella vecchia piazza del paese. Si racconta ancora che per tre volte la statua scomparve per essere ritrovata sul colle della Serra ove, per tal motivo, si decise l’edificazione di una chiesa, fuori dalle mura del paese, sul monte Serrone. La statua della Madonna, assisa in un trono con tre cuspidi, è scolpita a tutto tondo e a figura intera, in un unico pezzo di cedro.

Morano Calabro: Santuario Santa Maria di Colloreto

A qualche chilometro dalla cittadina, immerso in grandi boschi di elci e faggi, ai piedi del massiccio del Pollino, sorgono i ruderi del grande monastero del Colloreto: costruito nel 1546 dal Beato Bernardo da Rogliano, forse sui ruderi di un edificio più antico. Gli Agostiniani di Collereto lo arricchirono di preziosissime opere d'arte. Il cenobio poté godere della protezione di molti nobili del luogo tra cui la principessa Erina Kastriota Skanderbeg, moglie del feudatario Antonio Sanseverino. La Congregazione degli Eremitani di Colloreto, divenuta molto potente, fu soppressa una prima volta nel 1751, per finanziare la costruzione del Real Albergo dei Poveri a Napoli; riaperto l'anno seguente venne definitivamente chiuso nel 1809 con le leggi francesi. In seguito a questi eventi le prestigiose opere d'arte custodite nella chiesa dei Colloretani, confluirono nelle chiese di Morano dove sono rimaste e da quel momento il complesso divenne una vera e propria cava di materiali che lo ha ridotto nelle condizioni attuali che permettono di riconoscere solo la chiesa sul cui muro terminale si partono tre nicchie, la bella torre campanaria rotonda e le stalle.


Paola :Santuario di San Francesco di Paola

Il Santuario dedicato a San Francesco sorge a Paola in un posto incantevole, in mezzo a floridi campi che furono proprietà del Santo, ai piedi di una montagna, di fronte al mare.
Lungo la strada sono riprodotti, in ceramica, i miracoli del Santo.
La cappella del santo, all’interno del Santuario, corrisponde alla chiesetta che egli stesso edificò per ospitare i primi visitatori, attualmente chiamata “Cappella delle Reliquie” perchè sono conservati al suo interno molti oggetti appartenuti al Santo. Tra le tante cose, si conserva un dente molare che San Francesco lasciò alla sorella Brigida prima di partire per la Francia, un paio di sandali, il mantello col quale attraversò lo stretto di Messina, un cappuccio, le calze, la corona del Rosario, ma soprattutto il busto d'argento che rappresenta il Santo.
Successivamente, però, la cappella diventò insufficiente a contenere i numerosi fedeli, così la ampliò con una larga navata, cambiando anche l'ingresso.
Da notare è la Lampada votiva che resta accesa giorno e notte e che dal 1943 viene alimentata da tre comuni della Calabria.
Appena fuori dal Santuario, sulla sinistra, inizia il bellissimo percorso verso i luoghi che hanno visto protagonista il Santo, definito la Via dei Miracoli.
Numerose sono le prove visibili dei miracoli avvenuti durante il suo operato a Paola.
Subito dietro il Santuario si trova la fornace dove avvenne uno dei tanti miracoli che San Francesco compì durante la costruzione del convento di Paola.
Più avanti la bomba inesplosa del secondo conflitto mondiale che cadde nel torrente Isca e che San Francesco miracolosamente non fece scoppiare.
Ancora più su, si trova il luogo identificato come il Primo Romitorio, dove il Santo dall'età di quattordici anni rimase a vivere in solitudine per cinque anni, prima che venisse scoperto da alcuni cacciatori.
Il ponte del diavolo, che sovrasta il torrente, chiamato così perchè si racconta che lo stesso diavolo abbia voluto aiutare il Santo nella costruzione dell'opera, necessaria per attraversare il torrente. Si narra che, in cambio del suo aiuto, il diavolo avrebbe voluto l'anima del primo che ci fosse passato sopra.
Con l'astuzia, San Francesco fece passare un cane e invitò il diavolo a prendersi l'anima dell'animale. Il diavolo, furioso per essere stato ingannato, colpì violentemente il muro, lasciandovi una sua impronta. Anche se il fatto non è stato documentato durante il Processo di santificazione, chiunque lo attraversa, guarda con disgusto quella ipotetica impronta.
L'antico Oratorio è invece il primo luogo dove San Francesco incontrava la gente che andava a trovarlo per ottenere miracoli o per andare a sentirlo parlare o solo per rendersi conto del modo particolare in cui viveva.

Papasidero :Santuario Madonna di Costantinopoli

Il Santuario della Madonna di Costantinopoli (XVII-XVIII sec.)è incastonato nelle gole del Lao in un posto suggestivo,ai piedi di un costone di roccia a strapiombo sul fiume. Il santuario conserva un affresco , di rozza fattura, databile al XIII secolo e raffigura la madonna di Costantinopoli con ai lati un vescovo genuflesso e San Michele Arcangelo vestito di corazza che infilza satana emergente dalle fiamme infernali. Queste figure vennero alla luce nel corso dei restauri del 1983 quando venne tolta la cornice di legno che contornava il dipinto.
L'edificio originario di modeste dimensioni fu ampliato quasi certamente dopo la peste del 1656 e successivamente alla fine del Settecento e all'inzio sell'Ottocento. La costruzione è stata realizzata in pianta a croce greca, a tre navate e tre campate. L'edificio è raggiungibile attraverso un ponte fatto costruire nel 1904 da Nicola Dario sopra l'ossatura ancora visibile di quello medievale, noto un tempo col nome di "Rognosa", era in origine una modesta costruzione di cui non può escludersi l'ascendenza basiliana.
Il culto della Madonna di Costantinopoli risale a tempi remoti quando i monaci basiliani in seguito alle lotte iconoclaste si rifugiarono anche in Calabria.L'inizio elle festività risale al 1665 in quanto nel 1656 una terribile peste dilagò per tutta l'Italia fino al 1665. Il 20 maggio di quell'anno la popolazione di Papasidero, decimata dalla malattia, si rivolse alla Vergine per chiederne i favori e, con una assemblea popolare la Madonna di Costantinopoli fu riconosciuta patrona e protettrice del paese.Da tempo immemorabile la festa si celebra il martedì dopo la Pentecoste. Durante la festa in segno di devozione o per sciogliere un voto, è ancora vivo tra le donne l'uso delle "cinte" costituite da telai di legno a forma cilindrica riempite di candele e ornate con palle, nastri, fiori e fili argentati che le donne portano in testa spesso a piedi nudi

Paterno Calabro :Santuario San Francesco di Paola Paterno

Paterno e' il secondo Convento fondato e costruito da S.Francesco di Paola. Il luogo fu scelto dal Santo per la solitudine e il raccoglimento che offriva e continua ad offrire anche oggi. Alla costruzione del convento partecipò direttamente S. Francesco lasciandovi traccia di numerosi interventi prodigiosi: tra i tanti si ricorda quando, per mano del diavolo, l’architrave da collocare sul portale cadde e si spezzò. S. Francesco, presi i tre pezzi, li collocò ugualmente sullo stipite, ove ancora oggi resistono immobili. Per questo motivo il Convento di Paterno è detto il “Convento dei miracoli” e, durante il soggiorno di San Francesco, divenne subito meta frequentatissima di pellegrinaggi.

Praia a mare : Santuario Santa Maria della Grotta
Il Santuario è così chiamato in quanto situato all’interno di una grotta naturale del Monte Vinciolo, creata dalla millenaria erosione delle acque marine. La grotta, di grande importanza archeologica, fu frequentata fin dal Paleolitico. Molti sono i reperti recuperati al suo interno che oggi è possibile vedere al piccolo Museo Comunale.
E'alta 19 metri ed ha una superficie di circa duemila metri quadrati. Vi si giunge tramite una scalinata da cui si scorge un bellissimo panorama sulla costa. E' luogo di culto e di pellegrinaggio.
Nella nicchia dell'altare del Santuario era custodita una statua lignea della Madonna col bambino del XIV secolo. Fu rubata alcuni anni fa e sostituita con una copia. La statua è al centro della processione di ferragosto e meta di pellegrinaggio.
In una cappella è custodita una scultura raffigurante la Madonna della Neve, opera della scuola del Gagini (XVI Secolo).
Il campanile del Santuario, poi, utilizza la campana di bordo del piroscafo inglese «Umballa», silurato nelle vicinanze di Praia a Mare nel 1917.

Rossano : Santuario Santa Maria del Patire

A circa 12 chilometri da Rossano, si innalza quello che è considerato il più alto esempio di architettura basiliano-normanna. E' situato in una posizione privilegiata e incantevole, un altopiano posto a 600 metri di altitudine.
La chiesa fu edificata all'inizio del XII secolo da S. Bartolomeo da Simeri (il "patér" di cui il nome della chiesa) in un luogo dove già sorgevano numerose lauree eremitiche. La tradizione narra che Bartolomeo conduceva vita isolata ed eremitica nelle montagne del Mollettino e qui, mentre pregava, gli apparve la Madonna che gli chiese di erigere un monastero a Lei dedicato.
Il monastero divenne un centro mistico, economico e culturale e mantenne il suo splendore per più di tre secoli. Il Pathirion ebbe una ricca e importante biblioteca e una scuola calligrafa, (lo Scriptorium) dove i monaci si esercitavano alla copiatura e miniatura dei codici. Buona parte dei codici superstiti sono oggi conservati nella Biblioteca Vaticana; altri nell'Abbazia di Grottaferrata. Dell'originaria costruzione rimangono in piedi anche alcuni archi e avanzi del chiostro.
La struttura è semplice, spoglia di marmi, decorazioni e qualsiasi ornamento. Parte del pavimento è originaria (XII secolo), tutta a mosaico, con tondi con figure di animali (tra i quali, un centauro e un unicorno).

Santuario Santa Maria Achiropita
La Santuario della città di Rossano è dedicato al culto della Madonna Achiropita. Tale culto si riferisce alla forte devozione dei rossanesi verso l’icona pittorica della Vergine, realizzata tra il 580 e la prima metà dell’8° secolo. L’immagine si trova in una nicchia al lato destro della navata centrale, su un altare in pietra di cipro Si tratta di un affresco su un frammento di colonna, venerata fin dal XII secolo col titolo di Achiropita, cioè “non dipinta da mano umana”. Oggi l’icona è perfettamente libera e visibile, ma nei secoli passati ben sette lastre di vetro sovrapposte rendevano l’immagine meno evidente, velandola di un senso di mistero e di arcano. I recenti lavori di pulitura hanno reso leggibili sul lato destro in verticale, alcune lettere greche del nome Theotokos, cioè "Madre di Dio". e raffigura la Madre di Dio mentre regge sul braccio sinistro il Messia bambino; La Chiesa Madre è una vera e propria galleria d'arte sacra, che attraversa e ripercorre una storia lunga ben 15 secoli. In essa si possono mirare, ad esempio, i resti dell’antico Oratorio dell’eremita Efrem, alla cui vicenda è legata la leggenda del ritrovamento della tela della Madonna Achiropita. Secondo la tradizione, infatti, nel VI secolo il monaco Efrem, dopo aver predetto al nobile Maurizio, in fuga e naufrago a Rossano, la sua elezione a Imperatore di Bisanzio, avrebbe ottenuto per gratitudine la promessa di una cappella da dedicare alla Madre di Dio. Durante i lavori di costruzione, quando si trattò di dipingere l’icona, nottetempo, l’immagine eseguita dagli artisti bizantini scomparve, rimpiazzata miracolosamente dall’Icona Achiropita.

San Basile :Santuario Santa Maria Odegitria

Il Monastero di Santa Maria Odigitria è la continuazione dell'antico monastero di San Basilio Craterese, fondato tra la fine del X secolo e l'inizio dell'XI.Sorge in una panoramica posizione alle pendici di monti boscosi tra il maestoso massiccio del Pollino a nord e la sottostante piana di Sibari ad est. Si dice che uno dei monti che sovrasta il Monastero e il paese sia il cratere di un vulcano, da qui la denominazione "craterese" data anticamente al Monastero di San Basilio
La Chiesa di Santa Maria Odigitria conserva gelosamente, di fronte all'altare maggiore, un affresco che rappresenta il busto di una madonna vestita di azzurro sotto il manto rosso e con la testa coronata e da cui scende fin sulle spalle un velo verde chiaro campeggiante su una grande aureola giallo oro (Madonna Coronata). É un pezzo dell'intero affresco, salvato nel XIII secolo, ed unico resto dell'antico cenobio di San Basilio che esisteva già da almeno tre secoli. In Calabria la Vergine ha avuto sempre un culto particolare sotto il titolo di Odigitria, condottiera, guida. Odigitria fu Maria nelle calamità del popolo desolato e implorante, Odigitria fu e sarà sempre Maria nel guidare i suoi devoti ai piedi di Gesù. La Chiesa subì, nel tempo, varie modifiche. Nel 1930, per la munificenza del popolo di S. Basile, fu prolungata. Con l'avvento dei Monaci Basiliani nel 1931, fu restaurata, abbellita e arredata. Nel 1935 fu restaurata la cupola, nel 1937 rifatta totalmente la facciata e nel 1960 innalzato, su base del vecchio, il nuovo campanile. La Chiesa è ad unica navata con volta a botte, nel centro della quale c'è un dipinto della Madonna in atto di proteggere il Monastero e il paese di San Basile. A sinistra di chi entra c'è una nicchia con la statua della Madonna della Misericordia, venerata dagli albanesi con questo titolo fin dalla loro venuta in San Basile. A destra e a sinistra ci sono due tele, in una S. Nilo e S. Bartolomeo, nell'altra S. Basilio e S. Macrina.

San Sosti :Santuario Maria Santissima del Pettoruto

La tradizione narra che, nel 1500, un certo Nicola Mairo di Altomonte, per sfuggire alla cattura dei soldati, si nascose in una gola tra i monti Mula e Milara, in una località chiamata Petruto (cioè pietroso).Qui egli, estremamente devoto alla Madonna, decise di incidere l'immagine della Vergine sulla roccia: pur essendo privo di attrezzi, il Mairo riuscì a realizzare una bella effigie. La Madonna, che egli dipinse, reggeva con un braccio il Bambino e con l'altro un ramoscello fiorito. Alcuni anni dopo, un pastorello sordomuto di Scalea, tal Giuseppe Labbazia, mentre pascolava il suo gregge lì vicino, udì una voce che lo chiamava per nome: giunto nel luogo da cui proveniva il richiamo, vide l'immagine splendente della Vergine, che lo incitò a recarsi nella vicina San Sosti per fare in modo che in quel luogo sorgesse una chiesa a lei dedicata. Il miracolo avvenne: il sordomuto iniziò a parlare e raccontò la sua visione e, conseguentemente, gli abitanti del luogo dettero vita al culto della Madonna, erigendo una cappella molto rudimentale. Quando si cercò di spostare la statua ritenendo disadatto quel luogo, fallirono tutti i tentativi di spostamento e si decise di costruire un tempietto e un altare nel luogo là dove fu rinvenuta la statua.
La Madonna tiene sul braccio sinistro il Bambino Gesù, caratteristica comune a molte statue dell'epoca, e nella mano destra reca un giglio simbolo di purezza mentre il Bambino regge un fiore di melograno simbolo di prosperità. Sotto l'occhio destro della Madonna è visibile una cicatrice che, secondo la tradizione, sarebbe stata fatta da alcuni briganti per dimostrare che la Madonna era di carne vera e quindi recatisi sul posto incisero con un pugnale la piccola ferita dalla quale sgorgò rosso sangue. Secondo la tradizione il capo dei briganti che aveva vibrato il colpo cadde tramortito ai piedi dell'altare mentre gli altri scapparono. L'attuale vescovo della diocesi mons. Augusto Lauro ha stabilito che la statua resti nel posto dove attualmente si trova da secoli e si stanno effettuando lavori per ristrutturare l'altare della Madonna rispetto all'altare centrale.

Scalea : Santuario Santa Maria del Lauro

La madonna del lauro è diventata protettrice “di chi va per mare” in seguito all’episodio che vide protagonisti, verso la fine del XVII secolo, alcuni marinai di Meta di Sorrento. L’equipaggio fece voto di costruire una chiesa lì dove il mare li avrebbe sbarcati sani e salvi. Fu così che nella pianura di Scalea, con l’impegno di questi devoti figli di Meta, l’aiuto dei pescatori del luogo, con i quali fraternizzarono,, venne costruita la chiesetta dedicata alla Madonna del Lauro, protettrice del popolo di sorrentino. Fu costruita all'estrema periferia di allora del paese, attaccata al muro di cinta del secondo cimitero di Scalea. Il cimitero in seguito fu trasferito altrove e sul posto fu edificato l'attuale palazzo dell'istituto di suore "Madre Maria Clarac".
La chiesa fu elevata a Santuario diocesano l’ 8 settembre 1997, giorno in cui ancora oggi si festeggia la Vergine, con una processione a mare che prima avveniva a mezzogiorno e che ora è stata spostata nelle ore serali.
Sono proprio i marinai che in quel giorno fanno rivivere, simbolicamente, con una suggestiva processione, l'arrivo della statua della Madonna attraverso il mare.
La festa inoltre e' legata alla Fiera delle cretaglie (manufatti di terracotta), dette in gergo "cozze", istituita nel lontano 1823 dal re Ferdinando IV.

Scigliano

Santuario Santa Maria di Monserrato
Il santuario di Santa Maria di Monserrato venne eretto tra gli anni 1785-1795 da maestranze locali. Contiene un dipinto ad olio su tela di Santa Maria del Monserrato del sec. XVIII. Di notevole bellezza è un ostensorio argenteo decorato a sbalzo e cesello, con due figure alla base simboli della passione, eseguito da Gioacchino Jodice nel 1797. Inoltre, i seguenti dipinti: Transito della Vergine (sec. XIX), Transito di San Giuseppe (sec. XIX), San Francesco di Paola (sec. XVIII), gli Evangelisti (serie di ovali del sec. XVIII). Un affresco del sec. XIX raffigura la Madonna col Bambino. Sull’altare maggiore, statua della Madonna del Rosario (sec. XIX).
Le altre statue raffigurano San Giustino nella bara e la Madonna del Monserrato (lignea del sec. XIX). Vi sono custoditi anche preziosi paramenti sacri.


Spezzano Albanese :Santuario Santa Maria delle Grazie

Di probabile origine brasiliana, poi chiesa agostiniana. Prima parrocchia del paese, nella metà del Settecento ospitava la congregazione omonima. Nella chiesa è custodita una statua lignea fissa della Madonna col Bambino di ignoto del 600, ed una mobile (1789), un’acquasantiera del 700, le tele di Umberto De Maria (San Emidio Vescovo e Deposizione di N.S. del 1912. Inoltre i seguenti dipinti di anonimi pittori: la Crocifissione con le pie donne dell’800; la Madonna delle Grazie del 1836; Sant’ Antonio da Padova del 1856; San Michele del 1836; Madonna del Carmine con i SS. Lucia e Nicola di Bari; i Miracoli di San Francesco di Paola (800);

 

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