CHIESA SAN DOMENICO
Alla fine del secolo XV il conte Marcantonio Caracciolo, feudatario di Nicastro, pensò di dotare la città di un centro di studi diretto dai padri domenicani. Il periodo d'oro di San Domenico si estende dal 1502 al 1784. Sacerdoti insigni per santità e cultura si successero a Nicastro; basta ricordare il celebre filosofo Tommaso Campanella. Il terremoto del 1638 si abbatté e danneggiò tutti gli edifici della Città . La nuova chiesa ebbe un altro stile, il barocco, ed ebbe anche un altro titolare, S. Domenico. E a Santi domenicani furono dedicati tutti gli altari. Tra gli anni 1863 e 1866 i conventi domenicani furono chiusi da leggi e decreti governativi del regno d'Italia, che abbisognava di edifici per caserme, carceri, scuole ospedali. La Chiesa di S. Domenico di Nicastro fu affidata ad un prete che ebbe l'ufficio di cappellano e di assistente spirituale della Congrega. Il convento venne adibito a caserma e scuola. Entrando in chiesa si trova un quadro raffigurante il martirio di S. Pietro da Verona, colpito a morte dalla scure degli eretici, che scrive a terra col dito intinto del proprio sangue la parola: "Credo". Sotto il Bambino di Praga. Fra la prima e la seconda arcata della parete di destra vi è riprodotta la Grotta della Madonna di Lourdes. Il quadro di S. Vincenzo Ferrer e Cristo infante tra Pontefici Domenicani. La tela raffigura l'apostolo mentre predica ad un gruppo di eretici. Al centro di un ampio presbiterio si trova l'altare maggiore dedicato a S. Domenico. Il Patriarca è rappresentato nella grande tela dell'abside, assieme ad un gruppo di eretici da lui convertiti. Questi incendiano libri eretici, mentre il Santo contempla un testo ortodosso sospeso in aria. La Madonna col Bambino guarda dall'alto la scena. Dall'altro lato della Chiesa l'altare della Madonna del Rosario, dove la Vergine è rappresentata con S. Domenico e S. Rosa da Lima. Il quadro di S. Tommaso D'Aquino: il sommo dottore siede accanto al Crocifisso che gli parla per approvarne gli scritti. Un'edicola incassata nella parete con un prezioso altarino dell'Ecce Homo. Una tela della Madonna del Carmelo con S. Teresa d'Avila e S. Giacinto, l'altare fu demolito per sistemarvi un bel fonte battesimale.Le tele sono state attribuite al pittore locale Francesco Colelli di poco posteriore a Mattia Preti e di questi forse il migliore discepolo. Notevoli sono pure gli affreschi in S. Domenico; la Trasfigurazione, S. Caterina da Siena, l'abbraccio tra san Francesco e san Domenico, S. Raimondo da Penà fort, i quattro Evangelisti, i quattro maggiori Padri e Dottori della Chiesa: Gregorio Magno, Ambrogio, Agostino e Girolamo, il grandioso dipinto con le figure dell'Eterno Padre che manda l'Arcangelo Gabriele per l'Annunciazione, la Vergine Assunta patrona dei domenicani. Sotto l'altare maggiore una piccola Cripta, antica tomba della famiglia Caracciolo. L'organo a canne è del XVII secolo. Il 5 agosto del 1954 il Vescovo Mons. Vincenzo M. Iacono costituì a Nicastro due nuove parrocchie, quella della Pietà e quella di Maria Regina del SS. Rosario, che non avendo ancora una propria chiesa doveva funzionare in S. Domenico. Primo parroco fu don Saverio Gatti.