SISTEMA PREVENTIVO DI DON BOSCO

 

Don Bosco ci ha lasciato come preziosa eredità un metodo educativo di provata efficacia (vd. la storia di Michele Magone e di tanti altri ragazzi del suo oratorio). La sua finalità ultima è la promozione integrale, umana e cristiana, dei giovani. Il criterio di fondo è la preventività.

L'educatore deve cercare di evitare al giovane quelle esperienze negative che potrebbero compromettere seriamente la sua crescita, offrire gli strumenti per affrontare autonomamente la vita con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, creare un ambiente in cui i valori che si intendono trasmettere sono comunicati con l'esempio. Il suo compito però non è solo quello di prevenire il male, ma anche il bene, aiutare cioè il giovane a prendere coscienza delle sue qualità positive e offrire al tempo stesso delle concrete possibilità perchè queste possano esplodere in tutta la loro potenzialità. Don Bosco diceva che in ogni giovane c'è un punto accessibile al bene.

Nel suo libretto sul Sistema Preventivo scritto nel 1877 don Bosco spiega: "Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e l'amorevolezza".

 

RAGIONE. Significa essenzialmente due cose. L'uso della razionalità da parte dell'educatore nei rapporti con i ragazzi, cioè il continuo dialogo con loro per aiutarli e guidarli nel loro cammino di crescita. L'attenzione alla dimensione storica nella quale vivono, l'educatore deve cioè individuare i valori emergenti nella società, i desideri e le aspirazioni dei giovani nel loro tempo, evidenziando i valori positivi, sempre presenti, che si accordano alla visione cristiana della vita e della società, aiutandoli così a diventare "buoni cristiani e onesti cittadini".

 

RELIGIONE. Essa motiva e ispira tutto il sistema educativo. Significa guidare i ragazzi all'incontro con Cristo, vera fonte di gioia, suscitando in loro una fede viva, radicata nella realtà quotidiana, fatta di presenza di Dio e di disponibilità alla sua grazia. Per questo l'educatore li invita  ad accostarsi con frequenza ai sacramenti della Confessione e della Comunione e inoltre prega per loro e con loro.

 

AMOREVOLEZZA. Significa amare i ragazzi in modo che "essi stessi conoscano di essere amati", questo si raccomanda don Bosco nella lettera da Roma del 1884. L'amore va manifestato con segni concreti: stando sempre in mezzo a loro, facendoseli amici e amando ciò che a loro piace, avendo fiducia in loro, accogliendo ognuno al punto in cui si trova. L'amorevolezza è il punto di partenza di un cammino che deve portare alla familiarità, poi all'affetto, per arrivare alla confidenza che "è ciò che apre i cuori dei giovani", come affermava don Bosco.

 

"La pratica di questo sistema - scrive ancora don Bosco - è tutta appoggiata sopra le parole di S.Paolo che dice: "La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo". Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare il Sistema Preventivo."

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