Beata
Maria Bolognesi
Nasce in una famiglia povera il 21 Ottobre 1924
a Rovigo. Maria trascorre giorni felici presso i nonni materni attingendo tanta
fede e amore alla preghiera , vero prezioso bagaglio spirituale per la sua vita.
Frequenta solo le prime due classi elementari, poi aiuta la famiglia nella
crescita dei fratelli e nella cura dei campi. La
povertà è tale da portarla a mangiare addirittura le bucce delle patate un po’
lavate. Assiste tutti i giorni alla S. Messa, frequenta il catechismo e
prega giorno e notte in stanza e in campagna. A causa della povertà della
famiglia, Maria, d’accordo con i suoi genitori, si trasferisce presso la
famiglia Piva, vicina di casa, dedicandosi alla custodia e all’educazione dei
bambini e permettendo alle mamme di lavorare in campagna. Maria inizia ad avere
le visioni : vede il primo dei tre anelli che il Cristo le dà (con 5 rubini,
segni delle 5 piaghe di Gesù). Da questo momento patisce le stesse sofferenze di
Gesù sul Calvario e suda sangue. Si ammala di
polmonite, oftalmia cronica, anemia, reumatismi, sciatalgie ed altre malattie
che la debilitano tanto ma che l’avvicinano alle sofferenze del Signore. Un
primo infarto la colpisce nel 1971; le malattie non fermano le sue
attività apostoliche in Azione Cattolica, di catechista parrocchiale e di
assistenza ospedaliera. Morirà il 30 Gennaio 1980.
Prima di morire pensa di poter realizzare una casa per convalescenti che
però resta incompiuta. Maria è ricordata come “donna silenziosa della carità”;
il nascondimento è per lei un bel modo di vivere ed offre la carità per amore a
Dio nella preghiera e consacrazione; Maria povera che aiuta i poveri e gli
indigenti. Il processo di Beatificazione si svolge dal 1992 al 2000 mentre
moltissime persone pregano sulla sua tomba nella
Chiesa di San Sebastiano Martire a Bosaro, una tomba piena di fiori e messaggi.
Il 10 maggio 2012 è promulgato il decreto che la dichiara Venerabile. E’
Beatificata a Settembre 2013 in una Santa Messa in Rovigo officiata
dal Cardinale Angelo
Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi. Il
giornalista Gianluca Amadori sul “Gazzettino. it” scrive dell’importanza delle
apparizioni di Gesù a Maria Bolognesi: "Maria, Maria, ti raccomando la recita
del Rosario per la santificazione dei sacerdoti e per le tante vittime procurate
da persone che si suicidano". Oggi siamo pieni di terrorismo e
kamikaze che seminano morte in
nome di Dio; ecco che risuonano come triste premonizione le parole che
Maria Bolognesi riferì di aver
udito durante un’apparizione del
Signore nel 1960. Una
frase allegata agli atti della causa di canonizzazione che è stata "riscoperta"
dall’avvocato Faraon presidente del Centro Beata Bolognesi che ha scritto a Papa
Francesco per sottolineare la attualità delle profezie ricevute dalla Beata.
"Maria tutto quel lavoro dovrebbero averlo tanti Sacerdoti giovani, mentre essi
vanno perdendosi tra il fango e la miseria" disse il Signore in un’altra
occasione a Maria in estasi mistica. Per l’avvocato Faraon «tali profezie,
sinora ignorate, annunciano i mali coi quali si sta confrontando oggi il Papa.
Esse risalgono a oltre mezzo secolo fa e vi si parla senza mezzi termini della
corruzione nel clero e delle stragi compiute mediante efferati suicidi, peraltro
sempre più ricorrenti, come ben sappiamo, almeno dall’11
settembre 2001». L’avv. Faraon racconta che padre Tito Sartori,
primo postulatore della causa di beatificazione, riferendosi al diario di Maria,
parlò delle profezie in un convegno su "Il
volto nascosto e trasfigurato di Cristo”. Molto bella è la
testimonianza del fratello Antonio del
1980 : ” Mia sorella Maria fin da piccola ci insegnava a pregare e ci
accompagnava ogni mattina alla santa Messa. Con tutte le difficoltà della
povertà Maria recitava sempre : “ Signore ascolta le nostre preghiere e mandaci
la tua Santa Benedizione” e “ Buon Dio pensaci tu che sei grande e tutto puoi”.
Da povera volle fare il Presepio creando con le sue mani case,pastori e pecore
di ottima fattura. Lavorò sempre tanto,amando i poveri e prodigandosi per fare
del bene. A casa nostra per la povertà si mangiava un solo pasto composto di un
pezzo di pane e una mela. Lei mi diceva “Tonino mangia che dobbiamo fare forza
per arrivare a sera. Maria conosceva tanta gente bisognosa delle province di
Rovigo e Vicenza e a tutti, poveri e ammalati, ha portato aiuto e conforto. Un
bell’esempio di Santità sconosciuto a molti e nato dalla povertà come Gesù. Si
aggiungono le visioni ed i messaggi ricevuti ma il Signore,ormai lo sappiamo,
parla a chi si mette in ascolto, laico o consacrato che sia. Dall’ascolto nasce
quel “gratuito” nel dare alla carità perfetta che è Dio. Una vita che invita
anche questa della giovane di A.C. e catechista che il Signore ci dona come
esempio di presenza in un gruppo di chiesa e di impegno a fare di un bambino un
buon cristiano, se possibile, innamorato del Signore.
Giampiero Scarpino