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I piatti tipici di San
Giovanni in Fiore fanno largo uso dei prodotti della terra, e della montagna in
particolare Base
dei piatti tradizionali è la patata
della Sila, che trova largo impiego nelle “tielle” (tegami), piatti
in cui la patata accompagna altre pietanze come ad esempio il baccalà,
o le zucchine. Molto uso si fa dei funghi in
varie pietanze, specie nelle conserve, così come ancora è diffusa la pratica
delle conserve di melanzane, zucchine e pomidoro
secchi sott'olio, e comunque tutti i prodotti dell'orto.
Il PANE :Alimento base e
prezioso nella cultura popolare silana, il pane a San Giovanni in Fiore è sempre
stato un alimento curato e perfezionato dai maestri fornai.
Parte di questa tradizione si ritrova nella preparazione del dolce tipico
natalizio.
Sono sorti nel tempo nuovi forni che non hanno mutato la qualità del prodotto.
Vengono preparati il pane casereccio a doppia lievitazione naturale cotto nel
forno a legna, la pitta (focaccia
di pane),
la cullura (ciambella di pane],
la pitta 'minata (fatta con i residui tolti via dalla madia),
e vari panini, dalla semplice “rosetta” al “pane al burro".
Vi sono circa 10 forni presenti in paese, alcuni dei quali esportano parte della
loro produzione anche nelle regioni del nord Italia.
- Primi
Il paese è fortemente legato alla tradizione
contadina, ed è da questo ceppo che derivano i prodotti più utilizzati nella
cucina locale.
I legumi e le verdure (specie il cavolo
nero) "in primis", preparati come minestre sono stati alla base dei menù
sangiovannesi.
La pasta casereccia si lega all'uso della patata, nel caso della preparazione
degli gnocchi,
mentre come anche in altre parti della Regione, la pasta tipica del luogo è
costituita dagli scialatelli, cucinati a San Giovanni in Fiore, alla pecoraia,
con l'uso di funghi e carne di maiale.
- Secondi
I secondi si basano soprattutto all'uso della
carne
del maiale, il re della tavola calabrese e di quella silana. Tipici sono gli
arrosti di carne così come ancora d'uso sono le frittule (bollito
dei residui della lavorazione del maiale, non più utilizzabili per insaccati e
prosciutti). Anche la cacciagione è parecchio diffusa, specie la carne di cinghiale.
- La patata
La patata, la "regina della Sila", è un prodotto
recentemente riconosciuto a livello comunitario con la concessione del marchio IGP.
La patata silana, come il pane e i prodotti dell'orto, è alla base della
gastronomia sangiovannese. Usata come contorno e come ammendamento per
tantissime pietanze locali, la patata fa parte del patrimonio gastronomico
locale; sono diffusi piatti di tiella (lett. Teglia – tegame), ovvero un
preparato a base soprattutto (ma non solo) di patate con l'aggiunta di un
secondo ingrediente che può essere il baccalà,
la zucchina e
altri ancora.
- Latticini
Anche i prodotti caseari sono parte culturale ed
integrante della gastronomia locale. I più diffusi sono la provola,
il Caciocavallo
silano, la ricotta e
il butirro (burrino
in italiano). Altri prodotti tipici non conosciuti sul mercato nazionale sono
la sciungata, la burrata e le mozzarelle non a pasta filata,
tipiche silane. Diffusi sono anche i prodotti caseari ovini come il pecorino.
- Insaccati e altre
specialità
Al già citato protagonista della tavola calabrese,
il maiale, si legano gli insaccati calabresi e san giovannesi, diffusi anche nel
resto d'Italia: la salsiccia calabrese, la soppressata,
il capicollo,
la spianata
calabrese e il prosciutto piccante. Molto diffusa anche a San Giovanni in
Fiore è la sardella,
pietanza tipica delle aree ioniche, specie a Crucoli,
utilizzata come antipasto. Anche le olive meritano una menzione; un variegato
trattamento, fatto su questo prodotto, lo ha posto come alimento fra i
principali della tavola sangiovannese. Tradizionali sono le olive ammaccate (olive
schiacciate), messe in salamoia, preparate con un po' di piccante, o addolcite
con prezzemolo ed aglio. Vi sono poi le olive infornate e le olive nere. Un
prodotto un tempo molto più diffuso, relegato ai margini della cucina sangiovannese, sono le conserve di “sarde”.
- Dolci tipici
dolci tipici di San Giovanni in Fiore si rifanno
alla tradizione popolare del centro sud e della Calabria in particolare. Diffusi
sono i dolci come le zeppole,
i turdilli (dolci
fatti con il miele,
i muccellati,
i mastacciuoli (preparati
con pasta di miele, ripieni di mandorle e cioccolato,
molto simili alla reggina 'Nzuddha).
Il dolce tipico, preparato in occasione delle festività natalizie è la "pitta
'mpigliata".
CHI SIAMO A
SAN GIOVANNI IN FIORE ED A LORICA
Economia : l'economia di San Giovanni in Fiore ha subito un
forte processo evolutivo nel XX secolo, che ha trasformato un centro montano con
economia agricola e artigianale in un centro residenziale ad economia mista.
L'evoluzione dell'economia sangiovannese è legata molto all'evoluzione della
scolarizzazione della popolazione cittadina, in quanto questo fenomeno ha
avviato un forte processo di terziarizzazione che caratterizza la città silana.
Agricoltura: l'agricoltura resta la base economica di San
Giovanni in Fiore. Molte aziende
agricole operano nel territorio, e nell'ultimo decennio si sta assistendo ad
una riconversione produttiva delle stesse, con un mutamento che si potrebbe
definire a carattere industriale. Le specie territoriali di produzione agricola,
sono gli ortaggi in
generale, con la specialità della patata
silana, (il territorio di San Giovanni in Fiore fa parte della zona di
produzione della patata
della Sila). Anche la produzione di frutta è piuttosto variegata, specie
di pere, mele, ciliegie,
ristretta però in ambito locale. Numerosi sono gli allevamenti di bestiame,
specie di maiale con
la tipicità dell'allevamento del suino
nero calabrese, di mucche da
latte e da carne, in particolare della razza podolica,
così come diffuso è l'allevamento di ovini (pecore e capre).
Industria : Il settore industriale è moderatamente
sviluppato. Ad inizio del secolo scorso, è sfumata l'occasione per una grande
industria legata all'energia(anche se vi sono future prospettive di sviluppo del
settore), mentre si è molto contratto il settore del legno: si è passati da 32
segherie ad inizio XX secolo, alle attuali 6. Lo stesso discorso vale per gli opifici,
ridotti di dimensione e quasi totalmente scomparsi. Nonostante il
ridimensionamento delle segherie, il comparto del legno è quello che ad oggi, si
rivela il più attivo e dinamico, grazie soprattutto alla riconversione della
lavorazione del legno che non si basa più sul semplice e finalizzato taglio del
legname, ma ha assunto i connotati della lavorazione e trasformazione del legno
stesso. Molto dinamiche, in questo senso sono le attività industriali basate
sulla produzione di mobili, porte ed infissi, e la trasformazione del legno in
generale. Anche il settore dell'industria alimentare si è molto
vivacizzato nell'ultimo decennio, con il sorgere di attività alimentari legate
alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti caseari, legati alla
lavorazione della carne (specie il maiale), di dolci e di pane, che esportano i
loro prodotti in tutt'Italia].
Terziario servizi e
commercio : il terziario pubblico è il settore più
cospicuo dell'economia sangiovannese, trovando impiego una gran parte della
forza lavoro della cittadina. Ciò è favorito dall'impiego pubblico
nell'amministrazione, ma anche nell'ospedale cittadino.
A questi si aggiungono gli impiegati che trovano lavoro nei servizi
assicurativi, nei servizi
bancari (con 6 banche sul territorio), e nel servizio all'impresa.
Quest'ultimo è un settore a forte crescita e molto attivo, grazie alle case
editrici e alle tipografie presenti, che soddisfano una domanda non solo
interna ma anche estesa alla provincia ed alla regione, e soprattutto molto
attivi sono i laboratori video/fotografici, con professionisti che operano e
lavorano prodotti provenienti da aziende di tutt'Italia.
Il settore del commercio, è stato, assieme all'edilizia, il settore
trainante dello sviluppo economico negli anni settanta e ottanta, favorito dalla
posizione baricentrica della cittadina tra i centri provinciali di Cosenza e Crotone,
molto sviluppato sia nel settore abbigliamento che in quello ricreativo/ristorativo
(bar, rosticcerie, ristoranti e pizzerie). È comunque ampio il ventaglio
dell'offerta commerciale, che non presenta vuoti di settore, se si escludono i
grandi contenitori dei Centri commerciali.
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